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Quanto guadagna un food manager?

  • Immagine del redattore: Unipegaso Roma
    Unipegaso Roma
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Il guadagno di un food manager, inteso come professionista altamente specializzato nella gestione del cibo e di tutte le attività connesse al settore agroalimentare, enogastronomico, ristorativo e turistico, rappresenta oggi una delle tematiche più interessanti all’interno del dibattito sulle professioni emergenti. Il food manager, infatti, non è semplicemente una figura tecnica, ma una vera e propria guida strategica all’interno delle imprese e delle organizzazioni che operano nel mondo del food, una guida capace di coniugare gestione e visione, cultura e operatività, strategia e creatività. Il suo lavoro è variegato, complesso, articolato, e proprio per questo motivo la retribuzione che percepisce può assumere forme molto diverse, a seconda delle condizioni specifiche in cui svolge la propria attività. Non esiste, dunque, un unico stipendio valido per tutti i food manager, ma piuttosto una vasta gamma di possibilità retributive che si modificano in funzione dell’esperienza, del contesto geografico, delle dimensioni dell’azienda, della tipologia del settore e delle responsabilità affidate.

Un food manager che ha appena concluso i propri studi o che si trova all’inizio del suo percorso professionale potrebbe percepire uno stipendio annuo intorno ai venticinquemila euro. Questo livello retributivo iniziale rappresenta una base da cui partire, una soglia che, nella maggior parte dei casi, è destinata a crescere nel corso degli anni, man mano che il professionista matura competenze, amplia le sue capacità gestionali, costruisce una rete di contatti, sviluppa progetti di successo, coordina team, assume incarichi di responsabilità e si afferma nel proprio settore. Il guadagno del food manager, dunque, è strettamente legato all’esperienza, alla reputazione e all’efficacia con cui riesce a raggiungere obiettivi concreti. E non si tratta solo di numeri o di budget, ma anche della capacità di innovare, di valorizzare i prodotti, di costruire esperienze legate al cibo, di promuovere l’identità gastronomica di un territorio, di raccontare il cibo in modo autentico e coinvolgente.

food manager

Man mano che il food manager consolida la propria posizione nel settore, lo stipendio medio tende a salire. Superati i primi anni di attività, è possibile raggiungere retribuzioni annue che si aggirano intorno ai trentamila o trentacinquemila euro. In contesti particolarmente dinamici, come grandi città o territori ad alta vocazione turistica e agroalimentare, il food manager può arrivare anche a guadagnare quarantamila euro lordi annui, e in alcuni casi questa cifra può essere anche superata. Se, poi, il professionista riesce a specializzarsi ulteriormente, magari seguendo corsi avanzati, master, esperienze internazionali, o se riesce a inserirsi in aziende di grandi dimensioni o in realtà strutturate, come catene alberghiere di lusso, grandi gruppi della ristorazione, imprese del settore food & beverage con visione internazionale, il guadagno può salire sensibilmente, fino a raggiungere e superare i cinquantamila o sessantamila euro all’anno.

È importante considerare che le retribuzioni non sono distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Esistono forti differenze regionali, che riflettono la presenza di settori produttivi più o meno sviluppati, la concentrazione di aziende, la domanda di figure manageriali e il costo della vita. In alcune regioni, come la Campania, dove il turismo gastronomico è particolarmente attivo, o in Lombardia, dove si concentrano eventi fieristici internazionali, aziende innovative e realtà imprenditoriali complesse, o ancora nel Lazio, dove la capitale ospita una moltitudine di imprese e di progetti legati al food, gli stipendi possono risultare sensibilmente più alti. Un food manager che lavora in questi contesti può arrivare anche a percepire più di quattromila o cinquemila euro al mese, in particolari casi dove la responsabilità del ruolo è molto elevata.

Il food manager è un professionista che lavora all’interno del cibo e intorno al cibo. Non lavora soltanto sulla gestione delle risorse, ma anche sulla narrazione, sull’immagine, sull’esperienza del cibo. Deve quindi possedere una visione sistemica e strategica, deve conoscere le dinamiche della produzione e della trasformazione alimentare, ma anche saper leggere i trend di consumo, interpretare i dati di mercato, comunicare con efficacia, creare valore attraverso l’innovazione. Il suo ruolo non si limita al coordinamento delle attività interne, ma si estende alla progettazione di eventi, alla valorizzazione dei prodotti tipici, alla promozione turistica, alla sostenibilità ambientale, alla tracciabilità delle filiere, alla costruzione dell’identità gastronomica di un brand, di un territorio, di un’esperienza.

In un mondo in cui il cibo è sempre più centrale, sempre più simbolico, sempre più carico di significati e di potenzialità, il food manager diventa un punto di riferimento, un interprete della contemporaneità, un professionista in grado di trasformare la complessità del food in strategie concrete, in visioni innovative, in progetti di sviluppo. E per questo motivo la sua figura è sempre più richiesta, sempre più apprezzata, sempre più valorizzata anche dal punto di vista economico. Chi sceglie di diventare food manager può quindi contare su una professione stimolante, dinamica, in continua evoluzione, con ampie possibilità di crescita, anche retributiva, soprattutto se accompagnata da passione, impegno, aggiornamento costante e capacità di adattarsi alle sfide di un mercato in continua trasformazione.

In conclusione, possiamo dire che il guadagno di un food manager non è una cifra statica, ma una variabile in crescita, un valore potenziale che dipende da molteplici fattori. È l’espressione concreta del valore aggiunto che questa figura sa creare nel settore del food. E proprio per questo motivo, in un’epoca in cui il cibo è molto più di ciò che si mangia, il food manager è destinato a diventare sempre più protagonista.

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