Quanto guadagna in media un laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori?
- 8 lug
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Determinare con esattezza quanto guadagna in media un laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori non è mai un compito semplice, poiché ci si trova di fronte a un percorso accademico che si distingue proprio per la sua ampiezza, per la sua trasversalità e per la sua natura fortemente multidisciplinare.
Quindi quanto guadagna un laureato in Gastronomia?
Il corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori non forma infatti un unico tipo di professionista, ma piuttosto prepara individui capaci di muoversi con competenza, creatività e visione in ambiti molteplici e variegati, che vanno dalla ristorazione alla comunicazione gastronomica, dal turismo esperienziale alla progettazione di eventi, dall’accoglienza alberghiera alla valorizzazione territoriale, fino alla consulenza nel settore agroalimentare, al marketing dei prodotti tipici, alla promozione culturale e alla gestione delle destinazioni turistiche enogastronomiche. È per questo motivo che parlare di un unico stipendio medio non ha molto senso: ciò che si può fare è tracciare un quadro generale, analizzando le tendenze più frequenti, i percorsi più comuni, le fasce retributive più rappresentative.
Un laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori può decidere di intraprendere un cammino professionale nel mondo della ristorazione, ad esempio lavorando come chef, sous chef, addetto alla cucina, responsabile di cucina, oppure occupandosi della selezione delle materie prime, della progettazione dei menù, della sperimentazione gastronomica. In questi casi, lo stipendio può partire da livelli iniziali relativamente modesti, ma con la possibilità di aumentare sensibilmente nel tempo, con l’esperienza, con la specializzazione e con la crescita all’interno di strutture di maggiore prestigio. Allo stesso modo, chi sceglie la strada dell’hospitality, entrando nel settore alberghiero, dell’accoglienza o dell’ospitalità di lusso, può cominciare con ruoli base per poi arrivare, con il tempo e con la formazione continua, a ricoprire posizioni manageriali, con responsabilità gestionali e organizzative. E anche qui, ovviamente, la retribuzione varia: si può partire da una posizione di entry-level per poi arrivare a stipendi annui consistenti, man mano che si sale di ruolo e si consolidano le proprie competenze.

Esistono poi sbocchi legati al mondo del turismo, della promozione culturale, della valorizzazione del territorio e dei prodotti enogastronomici. Chi sceglie questo ambito può lavorare come guida turistica, progettista di itinerari, consulente per enti locali, esperto di sviluppo territoriale, narratore del cibo e del vino. In queste professioni, la retribuzione dipende moltissimo dal contesto, dal tipo di contratto, dalla zona geografica, dalla continuità lavorativa e dalla stagionalità, ma soprattutto dalla capacità del professionista di costruirsi una reputazione, una rete di contatti, una propria identità professionale. Anche in questo caso, si parte da guadagni più contenuti, ma si può arrivare a livelli molto interessanti, soprattutto per chi dimostra autonomia, visione e capacità progettuale.
Un altro ambito in cui il laureato può trovare spazio è quello della comunicazione e del marketing gastronomico: qui le figure più richieste sono quelle che sanno raccontare, valorizzare e promuovere i prodotti alimentari, le esperienze culinarie, le tradizioni locali, le identità territoriali. Il laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori può lavorare in agenzie di comunicazione, uffici stampa, testate giornalistiche, aziende alimentari, enti fieristici, oppure come freelance. Anche in questo settore i guadagni variano, ma per chi riesce a distinguersi, ad acquisire competenze digitali, a padroneggiare i nuovi linguaggi della comunicazione, le prospettive economiche possono essere molto interessanti.
C’è poi il grande mondo dell’imprenditoria, della consulenza e delle start-up: molti laureati decidono di mettersi in proprio, di fondare un’attività legata alla ristorazione, al turismo esperienziale, alla produzione di alimenti o bevande, all’organizzazione di eventi, alla formazione culinaria. In questi casi, il guadagno dipende direttamente dalla riuscita dell’iniziativa, dalla sua sostenibilità economica, dalla capacità del laureato di intercettare un bisogno, di costruire un progetto solido, di innovare. L’università fornisce le basi culturali, scientifiche e gestionali per farlo, ma il successo economico finale è il frutto anche dell’intraprendenza, della tenacia, della capacità di affrontare il mercato. E anche in questi casi, il potenziale di guadagno può essere molto elevato.
Ma non bisogna dimenticare che un laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori può anche proseguire gli studi, completare la propria formazione con una laurea magistrale, con un master, con corsi di specializzazione, ampliando così le proprie competenze e aumentando le probabilità di ottenere ruoli meglio retribuiti. La laurea triennale rappresenta un primo passo, una base solida, che però può essere arricchita con ulteriori titoli, con nuove esperienze, con un aggiornamento costante. E tutto questo, nel lungo periodo, influisce positivamente anche sulla retribuzione, sulla stabilità occupazionale, sulle prospettive di carriera.
In conclusione, il guadagno medio di un laureato in Gastronomia, Ospitalità e Territori è una variabile complessa, che dipende da una molteplicità di fattori: dal settore lavorativo scelto, dal ruolo ricoperto, dal tipo di contratto, dalla localizzazione geografica, dall’esperienza maturata, dalla formazione aggiuntiva, dalla capacità di reinventarsi, di adattarsi, di innovare. Non esiste una cifra fissa o predefinita, ma esiste un ventaglio di possibilità, un orizzonte di scenari, che può condurre a percorsi professionali stabili, soddisfacenti e anche ben remunerati, se affrontati con competenza, passione e visione strategica. La vera forza di questo corso di laurea sta proprio nella sua versatilità, nella sua capacità di preparare a un futuro che non è unico, ma che può prendere mille forme diverse. E in ciascuna di queste forme, con il giusto impegno e la giusta direzione, può esserci spazio anche per un’evoluzione economica positiva.
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