In cosa consiste la prova finale del corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori?
- Unipegaso Roma
- 8 lug
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La prova finale del corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori rappresenta non solo l’ultimo atto formale di un percorso universitario triennale, ma anche e soprattutto un momento altamente simbolico, personale, formativo e professionale. È il culmine di un cammino di studio, di crescita, di approfondimento e di maturazione intellettuale e critica. È il passaggio conclusivo, ma al tempo stesso anche il varco d’ingresso verso una nuova fase, che può essere il mondo del lavoro, oppure la prosecuzione degli studi universitari in un corso di laurea magistrale. La prova finale, nel suo significato più profondo, è l’occasione in cui lo studente è chiamato a dimostrare tutto ciò che ha appreso, assimilato, rielaborato, interiorizzato e compreso durante l’intero triennio, mettendo in campo le proprie competenze, le proprie capacità, il proprio spirito critico, la propria originalità, la propria voce, la propria visione.
Ma quindi in cosa consiste la prova finale del corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori?
Nel corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori, la prova finale consiste nella redazione di un elaborato scritto, un testo strutturato, personale, argomentato, che viene caricato sulla piattaforma dell’università. Questo elaborato finale ha un valore centrale e non è da considerarsi una mera esercitazione scolastica: è piuttosto la sintesi di un’esperienza formativa complessa e integrata. Il laureando è chiamato a scegliere un tema, un argomento, un focus che sia coerente con il proprio percorso accademico, con i propri interessi e con gli insegnamenti seguiti. L’argomento dell’elaborato, infatti, deve essere collegato a uno degli esami già sostenuti, e viene concordato con un docente dell’Ateneo che assume il ruolo di relatore e guida l’elaborazione del progetto.

Il lavoro finale può assumere diverse forme, ma ciò che resta costante è l’importanza della profondità dell’analisi, della precisione della ricerca, della coerenza della struttura, della chiarezza espositiva e della validità scientifica e metodologica. Il laureando può optare per un progetto innovativo, come ad esempio una proposta di start-up nel settore della gastronomia o dell’ospitalità. Può anche elaborare una rassegna della letteratura esistente su un tema specifico, oppure analizzare criticamente alcuni articoli scientifici, o costruire una bibliografia ragionata, oppure ancora riflettere in modo critico su un’esperienza pratica, come un tirocinio, un evento accademico, una fiera enogastronomica, o proporre un’analisi su un caso aziendale, un territorio, una filiera produttiva, un modello di narrazione gastronomica. Tutte queste modalità di lavoro hanno un elemento in comune: sono pensate per dare allo studente la possibilità di dimostrare di saper applicare ciò che ha appreso, di saper osservare e interpretare la realtà attraverso le lenti offerte dal corso di studi, di saper costruire un discorso autonomo, logico, ben documentato e consapevole.
Il testo dell’elaborato può essere redatto sia in lingua italiana sia in lingua inglese, a seconda delle preferenze dello studente e della natura dell’argomento trattato. Questo è un aspetto che conferma la vocazione internazionale del corso di studi in Gastronomia, Ospitalità e Territori, che prepara i propri studenti non solo a operare sul territorio nazionale, ma anche a muoversi con competenza e sicurezza in contesti europei e internazionali. Quando si sceglie di scrivere in inglese, è possibile presentare il proprio elaborato in quella lingua, specialmente nei corsi magistrali, ma anche nella triennale la lingua straniera può diventare uno strumento prezioso per esprimere contenuti con maggiore efficacia in un ambito sempre più globale.
Dal punto di vista formale, l’elaborato finale deve avere una lunghezza compresa tra le venti e le quaranta cartelle, ovvero pagine di testo strutturate secondo i criteri accademici, a cui va aggiunta una sinossi, cioè un riassunto analitico e descrittivo, di circa tre-cinque cartelle, ovvero da seimila a diecimila caratteri esclusa la bibliografia. La sinossi ha la funzione di introdurre il lettore al lavoro, spiegare gli obiettivi, illustrare il metodo, riassumere i contenuti principali e mettere in evidenza i risultati o le conclusioni raggiunte. È un elemento importante dell’elaborato, perché consente alla commissione di avere un primo sguardo complessivo sul lavoro svolto.
Una volta completato l’elaborato e caricati i materiali richiesti, l’elaborato viene esaminato dalla Commissione di laurea, un organo composto da almeno cinque membri, nominato dal Preside della Facoltà. La Commissione valuta il lavoro finale dello studente considerando una serie di criteri qualitativi, tra cui la chiarezza, la coerenza, l’originalità, la correttezza formale, la profondità dell’argomentazione, l’utilizzo delle fonti, il rigore metodologico e la pertinenza rispetto al percorso di studi. Il giudizio del docente relatore, che ha seguito lo studente nel suo percorso, ha un ruolo importante nella definizione del voto finale.
Il punteggio complessivo di laurea è espresso in centodecimi e può prevedere l’attribuzione della lode qualora tutti i membri della commissione siano d’accordo nel riconoscere l’eccellenza dell’elaborato e del percorso universitario del candidato. L’elaborato finale può contribuire ad aumentare il voto di base fino a un massimo di cinque punti. Inoltre, sono previsti punti bonus aggiuntivi per studenti che abbiano conseguito almeno tre lodi durante il triennio, per chi si laurea entro la durata normale del corso (cioè in corso), e per chi ha svolto esperienze internazionali, come tirocini o programmi Erasmus. In totale, i punti bonus non possono superare il limite di due, ma sono comunque un riconoscimento concreto dell’impegno, della puntualità, della qualità e della partecipazione attiva dello studente al proprio percorso formativo.
In conclusione, la prova finale del corso di laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori è molto più di un semplice esame: è un momento di consapevolezza, di bilancio, di affermazione personale. È l’occasione in cui lo studente dimostra non solo di aver studiato, ma di saper utilizzare ciò che ha imparato, di saper pensare con la propria testa, di saper costruire un ragionamento solido, di saper affrontare una tematica con serietà, impegno, metodo e passione. È l’atto finale di un percorso che unisce teoria e pratica, sapere e fare, cultura e territorio, tradizione e innovazione. È il momento in cui il sapere si fa progetto, il percorso si fa visione, la conoscenza si trasforma in possibilità. La prova finale è un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. Un trampolino verso il futuro.




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