Quanto guadagna uno Sport Manager?
- Unipegaso Roma
- 22 lug
- Tempo di lettura: 6 min
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Domanda diretta, risposta meno immediata: quanto guadagna uno Sport Manager? Dipende dal contesto in cui lavora, dal tipo di responsabilità che gestisce, dal livello di esposizione commerciale e mediatica della struttura per cui opera. Un conto è entrare in un club dilettantistico che sta strutturando il proprio settore marketing, un altro è lavorare in una federazione nazionale o per un brand che investe in sponsorizzazioni. A questo si aggiunge la dimensione consulenziale: molti professionisti dello sport management costruiscono compensi su progetti specifici, dall’organizzazione di eventi alla gestione di partnership.
Che cosa fa uno sport manager
Lo sport manager è la figura che tiene insieme strategia, gestione e sviluppo nel mondo dello sport. Studia il posizionamento della società o dell’evento, interpreta i bisogni del pubblico, costruisce piani di marketing e comunicazione, tratta accordi di sponsorizzazione, monitora budget e ritorni economici, presidia gli aspetti legali e regolamentari che ruotano attorno all’attività sportiva. Quando lavora all’interno di un club professionistico si trova spesso a coordinare ticketing, hospitality, licensing e attività digitali. Se opera in una federazione o in un ente pubblico, deve confrontarsi con bandi, rendicontazioni e linee guida ministeriali. Nel campo degli eventi segue l’intera filiera: ideazione, ricerca partner, logistica, sicurezza, media relations, attivazioni commerciali. In realtà più piccole finisce spesso per fare di tutto un po’, in quelle strutturate si specializza su una funzione precisa, ma in ogni caso è chiamato a leggere i numeri e a dimostrare l’impatto economico e di immagine delle proprie scelte.
Ma quindi quanto guadagna uno Sport Manager?
Nel privato, e in particolare nelle realtà sportive professionistiche o para-professionistiche, un profilo junior appena entrato nel settore parte spesso da 24.000–28.000 euro lordi annui. In questa fase le attività sono operative: supporto al marketing, gestione dei social, assistenza nella ricerca sponsor, coordinamento di fornitori durante eventi. Superata la soglia dei tre anni, quando aumenta l’autonomia decisionale e si iniziano a gestire budget e relazioni dirette con partner commerciali, la retribuzione tende a salire nella fascia 32.000–40.000 euro lordi. Tra i cinque e i dieci anni di esperienza, con progetti di dimensione maggiore e responsabilità su intere linee di business (ad esempio ticketing, licensing o un programma di membership), è normale vedere RAL tra 42.000 e 55.000 euro. Oltre i dieci anni, e con ruoli manageriali veri e propri – responsabile commerciale, direttore marketing, head of operations – i pacchetti possono oscillare fra 60.000 e 80.000 euro, con bonus legati ai risultati economici o sportivi. In contesti come grandi leghe, comitati organizzatori di eventi internazionali o brand globali, la forbice si apre ulteriormente: non è raro superare i 90.000 euro complessivi quando si sommano benefit, incentivi e premi.
Nel settore pubblico e nelle federazioni minori la situazione è diversa. Gli stipendi sono spesso inquadrati in griglie contrattuali rigide, con ingressi compresi tra i 22.000 e i 30.000 euro e progressioni più lente, anche se accompagnate da una stabilità maggiore e dalla possibilità di accedere a sistemi welfare o a orari più conciliabili con la vita privata. Va considerato inoltre il peso della geografia: Milano, Roma e le città sede di grandi eventi sportivi offrono opportunità con budget più elevati rispetto a province o regioni dove l’indotto economico dello sport è ridotto.
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Il lavoro da consulente o freelance
Molti sport manager scelgono la partita IVA perché il settore si presta a progetti temporanei: candidare un territorio a ospitare un torneo, gestire le attivazioni sponsor di una stagione, lanciare una campagna di membership o sviluppare un piano di licensing. In questo caso il compenso si definisce spesso per progetto o per pacchetto di attività. Una consulenza strategica per la definizione del piano marketing di un club può valere da 3.000 a 8.000 euro, a seconda della complessità e della durata, mentre la gestione completa di un evento medio, inclusa la ricerca sponsor e la rendicontazione, può superare facilmente i 10.000–15.000 euro. Le tariffe orarie oscillano generalmente tra 50 e 100 euro quando si tratta di advisory ad alto livello, mentre restano più basse se la richiesta è prevalentemente operativa. Per giornate di presenza onsite durante eventi o attivazioni commerciali, i professionisti più esperti chiedono cifre che si aggirano tra 400 e 800 euro. Come sempre, la differenza la fanno il perimetro definito in contratto, le clausole sulle revisioni e il riconoscimento delle spese vive: senza un accordo chiaro, il margine si assottiglia e il lavoro rischia di dilatarsi.
Cosa determina davvero lo stipendio di uno sport manager
L’esperienza documentabile con risultati tangibili è il primo fattore. Portare in colloquio numeri su incremento delle revenue da sponsorizzazioni, crescita delle vendite di biglietti o engagement digitale consente di negoziare da una posizione di forza. Anche il palcoscenico conta: lavorare per una realtà con grande visibilità mediatica o con un bacino di tifosi significativo genera opportunità e retribuzioni diverse rispetto a un contesto locale. Le competenze trasversali pesano molto: capacità di leggere i dati, di costruire business plan sostenibili, di muoversi tra aspetti legali e normativi, di parlare in inglese (e magari in una seconda lingua) con partner internazionali. L’ampiezza del network personale è un’altra leva: chi porta contatti, sponsor e fornitori di qualità produce valore immediato. Infine influisce la disponibilità a spostarsi e a seguire calendari serrati: eventi e stagioni sportive non rispettano sempre il classico orario d’ufficio e questo aspetto viene spesso remunerato con benefit o con un pacchetto economico più alto.

Come aumentare il proprio compenso nel tempo
Crescere in termini economici richiede un percorso consapevole. Specializzarsi in aree ad alto impatto – sponsorship management, digital fan engagement, esport, sostenibilità negli eventi – rende più difficile essere sostituiti e permette di proporsi come esperti. Documentare l’impatto, attraverso report chiari e case study, aiuta a dimostrare perché si merita un aumento o un compenso più alto. L’aggiornamento continuo sulle normative sportive, sulle tecnologie digitali e sulle metriche di valutazione economica (ROI, ROO, lifetime value del tifoso) è indispensabile. Anche la visibilità pubblica ha il suo peso: partecipare come relatore a convegni, scrivere articoli, coltivare una presenza LinkedIn curata rende più semplice essere notati da chi decide budget e ruoli. Quando arriva il momento di negoziare, non ci si può presentare a mani vuote: servono benchmark, obiettivi chiari e un’alternativa concreta se l’offerta non è in linea con il proprio valore.
Uno sguardo ai trend del settore
Lo sport management sta vivendo una trasformazione profonda. La convergenza tra sport, intrattenimento e tecnologia sposta il baricentro verso figure in grado di gestire community digitali, piattaforme di contenuti on demand, esperienze ibride tra fisico e virtuale. Gli esport hanno creato una nuova arena di competenze, mentre la sostenibilità – ambientale e sociale – è ormai un criterio di valutazione per sponsor e istituzioni. I diritti media cambiano forma e distribuzione, il ticketing si integra con CRM sofisticati, l’hospitality diventa experience design. In questo scenario chi sa leggere dati, costruire partnership win‑win e progettare esperienze integrate può aspirare a compensi più alti e a ruoli di responsabilità. Anche l’internazionalizzazione pesa: seguire progetti cross‑border, collaborare con leghe o brand globali, gestire campagne in più lingue significa muoversi su budget più ampi e su livelli retributivi diversi.
Domande frequenti
Sport manager e direttore sportivo sono la stessa cosa?
No, sono ruoli diversi. Il direttore sportivo lavora sull’area tecnica, si occupa di scouting, contratti con atleti e staff, gestione del roster. Lo sport manager ha un focus gestionale, commerciale e organizzativo, anche se in alcune realtà i confini possono sovrapporsi.
Serve una laurea specifica?
Non esiste un obbligo formale, ma percorsi in economia, management dello sport, comunicazione o giurisprudenza sono frequenti. Master dedicati allo sport management e corsi specialistici aiutano ad acquisire competenze mirate e a costruire network.
Si può lavorare da remoto?
In parte sì. Molte attività strategiche e di coordinamento si svolgono online, ma eventi, partite e attivazioni richiedono spesso presenza fisica. La flessibilità è un valore aggiunto in questo mestiere.
Quanto si guadagna nelle federazioni e negli enti pubblici?
In genere meno rispetto al privato profit: le fasce d’ingresso si attestano tra 22.000 e 30.000 euro, con crescite graduali e legate a inquadramenti contrattuali. La contropartita è la stabilità e, in alcuni casi, la possibilità di lavorare su progetti di interesse nazionale.
Quali competenze fanno davvero la differenza in fase di selezione? La capacità di portare sponsor, di gestire budget e di leggere dati di performance economica. Ma anche soft skill come negoziazione, gestione dei conflitti, leadership di team e problem solving sotto pressione.
Conclusioni
Parlare di “quanto guadagna uno sport manager” senza tenere conto del contesto significa raccontare solo metà della storia. Il mercato è frammentato ma in crescita: le società sportive hanno bisogno di professionalità capaci di generare ricavi e di costruire relazioni durature con tifosi e partner; gli eventi cercano figure che sappiano coniugare spettacolo, sicurezza e sostenibilità; i brand investono nello sport per parlare a community fidelizzate.
Entrare con una retribuzione di 24–28 mila euro lordi è plausibile, ma non rappresenta un tetto.
Con un percorso mirato, un portfolio di risultati e una presenza visibile nel settore è possibile superare la soglia dei 50 mila euro e arrivare, nei ruoli apicali o come consulenti affermati, a compensi ben più elevati.
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