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Quanto guadagna un funzionario anticorruzione?

  • Immagine del redattore: Unipegaso Roma
    Unipegaso Roma
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Il guadagno di un funzionario anticorruzione è un tema che, nonostante l'importanza crescente di questa figura nel panorama della pubblica amministrazione italiana, resta spesso poco esplorato, poco discusso e in parte sottovalutato. Il funzionario anticorruzione è una figura chiave all'interno degli enti pubblici, una figura che si colloca nel cuore dei meccanismi di controllo, di prevenzione, di trasparenza e di legalità. Il suo ruolo è quello di presidiare il rispetto delle norme, prevenire fenomeni corruttivi, monitorare le procedure amministrative, segnalare eventuali rischi di illecito e favorire una cultura dell'integrità. Tuttavia, nonostante l'alto valore simbolico e strategico di questo incarico, il guadagno di un funzionario anticorruzione non è sempre coerente con le sue responsabilità.

Ma quindi quanto guadagna un funzionario anticorruzione? Nella realtà concreta, il compenso di un funzionario anticorruzione non è determinato da un regime speciale o da una retribuzione autonoma, ma si inserisce nel sistema generale della pubblica amministrazione. Questo significa che il suo stipendio è stabilito in base all'inquadramento contrattuale, solitamente all'interno dell'area dei funzionari, cioè quella che nella classificazione dei contratti pubblici è comunemente identificata come area D. Si tratta di un'area professionale che comprende lavoratori laureati, esperti, con responsabilità di coordinamento e spesso con compiti specialistici. Tuttavia, l’inquadramento nell’area D non è di per sé legato all’essere funzionario anticorruzione, perché la funzione anticorruzione è spesso un incarico aggiuntivo, una responsabilità accessoria, non sempre accompagnata da un riconoscimento economico proporzionale.

Il guadagno iniziale di un funzionario anticorruzione appena inserito nella pubblica amministrazione può essere piuttosto contenuto, con una retribuzione annua lorda che si aggira intorno ai 25.000€ o 26.000€. Si tratta, in genere, di un compenso base, al quale possono sommarsi alcune indennità accessorie, premi di produttività, compensi per incarichi specifici o progressioni economiche. Tuttavia, nella fase iniziale della carriera, questi elementi aggiuntivi sono spesso limitati, e il compenso netto mensile non supera di molto i 1.800€ o 2.000€. È una retribuzione che, pur dignitosa, non riflette sempre la complessità e la delicatezza del ruolo svolto, perché il funzionario anticorruzione non si limita a un lavoro puramente tecnico o amministrativo, ma si confronta con dinamiche interne, con relazioni gerarchiche, con potenziali conflitti di interesse, con processi decisionali opachi o ambigui, e con una continua tensione tra legalità formale e prassi operative. Ti interessa diventare un funzionario anticorruzione? Lo sai che abbiamo un Master in "Anticorruzione, Trasparenza e Privacy"?

Con il passare degli anni, e con il maturare dell’esperienza, il guadagno può crescere. Il funzionario anticorruzione che lavora da anni all’interno di un ente pubblico, che ha seguito diversi cicli di programmazione, che ha curato l’elaborazione e l’aggiornamento del piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza, che ha gestito segnalazioni di whistleblowing, che ha effettuato audit interni, che ha partecipato a corsi di aggiornamento e ha conseguito certificazioni, può vedere il proprio stipendio aumentare progressivamente. Ma anche in questo caso, la crescita salariale è generalmente lenta, legata a meccanismi contrattuali rigidi e a disponibilità di bilancio non sempre prevedibili. Dopo dieci o quindici anni di carriera, un funzionario anticorruzione esperto può arrivare a guadagnare trentamila, trentacinquemila, quarantamila euro lordi all’anno, in alcuni casi anche di più, ma solo se inserito in contesti particolarmente strutturati, come grandi amministrazioni centrali, città metropolitane, aziende sanitarie o enti pubblici economici.

Tuttavia, nonostante l’aumento salariale progressivo, la discrepanza tra le responsabilità effettive e il guadagno rimane evidente. Il funzionario anticorruzione ha infatti il compito di garantire che l’intera macchina amministrativa operi in conformità ai principi di legalità, trasparenza, imparzialità ed efficienza. Si trova spesso a dover valutare procedure complesse, a monitorare gare d’appalto, a individuare rischi corruttivi potenziali, a relazionarsi con dirigenti, assessori, sindaci o direttori generali. E non raramente si trova anche a dover esprimere pareri scomodi, a redigere relazioni critiche, a proporre modifiche organizzative che possono suscitare resistenze o contrasti. Tutto questo richiede una solida preparazione giuridico-amministrativa, ma anche una grande capacità diplomatica, un forte senso etico, un’attitudine al lavoro autonomo e una notevole forza caratteriale. Eppure, dal punto di vista economico, il suo lavoro è spesso riconosciuto solo in parte, e in alcuni casi addirittura ignorato, relegato a un’attività extra o addizionale svolta “a titolo d’ufficio”.

Non bisogna dimenticare che, in molte amministrazioni, il ruolo di funzionario anticorruzione non è un incarico esclusivo. Spesso il funzionario che svolge attività di prevenzione della corruzione è anche responsabile di altri procedimenti, di altri uffici, di altri adempimenti. In alcune realtà locali, un solo funzionario si occupa contemporaneamente di trasparenza, privacy, albo pretorio, controllo di gestione, accesso civico, protocollo, comunicazioni obbligatorie e altro ancora. In questi contesti, il carico di lavoro è notevole, il rischio di errore alto, il livello di stress elevato. Eppure, il riconoscimento economico è spesso fermo, statico, non adeguato. Anche quando l’amministrazione prevede un compenso accessorio per la funzione anticorruzione, questo può essere simbolico, limitato a qualche centinaio di euro all’anno, del tutto sproporzionato rispetto al rischio reputazionale e alla complessità tecnica della funzione.



funzionario anticorruzione

Ci sono ovviamente delle eccezioni. In alcune amministrazioni virtuose, dotate di fondi per la valorizzazione delle competenze, o in contesti in cui la lotta alla corruzione è vissuta come priorità strategica, il funzionario anticorruzione può essere premiato, valorizzato, coinvolto nei processi decisionali, riconosciuto pubblicamente e retribuito meglio. Ma in molti altri casi, purtroppo, il guadagno resta ancorato a livelli modesti, e il rischio è che si crei un disallineamento tra la retorica della legalità e la realtà concreta dei funzionari chiamati a garantirla.

In conclusione, il guadagno di un funzionario anticorruzione si colloca generalmente tra i 25.000€ e i 40.000€ lordi annui, con possibilità di superare tale cifra solo in contesti particolari, o attraverso incarichi dirigenziali. Ma, al di là delle cifre, ciò che colpisce è il fatto che questa figura, così centrale per la qualità dell’amministrazione pubblica, così cruciale per il rispetto delle regole, così delicata nelle sue implicazioni pratiche, riceva spesso un riconoscimento economico che non corrisponde né alla sua funzione né al valore sociale del suo lavoro. Eppure, proprio da questi funzionari, spesso silenziosi e poco visibili, passa gran parte della credibilità delle istituzioni pubbliche.

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