In cosa consiste la prova finale del corso di laurea in Design del Prodotto e della Moda?
- Unipegaso Roma
- 6 giorni fa
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La prova finale del corso di laurea in Design del Prodotto e della Moda rappresenta il momento conclusivo e simbolicamente più importante di tutto il percorso universitario triennale. È l’ultima tappa di un cammino formativo complesso, articolato e ricco di esperienze teoriche e progettuali, ed è pensata per valutare in modo concreto il livello di maturazione raggiunto dallo studente in termini di conoscenze, competenze e capacità progettuali. Non si tratta soltanto di una formalità accademica, ma di un vero e proprio esercizio critico, che consente allo studente di mettere a frutto quanto appreso nel triennio, costruendo un elaborato scritto che rifletta la sua crescita, la sua autonomia e la sua visione personale del design e della moda.
Ma quindi in cosa consiste la prova finale del corso di laurea in Design del Prodotto e della Moda?
Per poter accedere alla prova finale è necessario aver superato tutti gli esami previsti dal proprio piano di studi, inclusi quelli relativi alle attività formative autonomamente scelte. Lo studente deve aver acquisito almeno 120 crediti formativi universitari. Una volta concluso l’intero iter didattico, può procedere con la richiesta di assegnazione dell’elaborato finale. L’argomento dell’elaborato viene concordato con un docente relatore, che dovrà appartenere all’Ateneo e avere una connessione diretta con le materie previste nel piano di studi dello studente. Il titolo dell’elaborato dovrà rientrare in un’area disciplinare già affrontata durante il percorso formativo. Il docente scelto, nella sua funzione di relatore, seguirà lo studente durante la stesura e sarà il garante scientifico del contenuto presentato.

L’elaborato finale del corso di laurea in Design del Prodotto e della Moda si configura come un lavoro scritto, da redigere in lingua italiana o, se previsto, in lingua inglese. Non prevede una discussione orale in sede di laurea, ma deve essere consegnato nei tempi previsti dalla segreteria dell’Ateneo e verrà valutato direttamente dalla Commissione di laurea. Il contenuto dell’elaborato può assumere forme differenti, a seconda dell’approccio scelto dallo studente e del tema concordato con il relatore. Può trattarsi, ad esempio, di un progetto imprenditoriale essenziale, come un’idea di start-up, oppure di una rassegna ragionata della letteratura su un tema specifico, o ancora di un commento critico a un gruppo di articoli scientifici. Può anche riguardare la presentazione e l’analisi di un caso studio, un’esperienza professionale, un tirocinio, o un approfondimento su un evento significativo cui lo studente ha preso parte. In ogni caso, ciò che conta è che il lavoro presenti un grado di approfondimento adeguato, una coerenza interna e una struttura logica ben definita.
La lunghezza dell’elaborato è solitamente compresa tra le venti e le quaranta cartelle dattiloscritte. Insieme all’elaborato vero e proprio, lo studente deve presentare anche una sinossi, ovvero un riassunto critico che racchiuda i punti salienti del lavoro svolto. La sinossi ha una lunghezza variabile tra le tre e le cinque cartelle e serve a fornire alla Commissione un quadro sintetico ma chiaro dell’elaborato completo. Entrambi i documenti devono essere consegnati secondo le tempistiche stabilite, e il file finale dev’essere approvato dal docente relatore prima di poter essere sottoposto alla valutazione della Commissione.
La Commissione di laurea, composta da docenti nominati dal Preside della Facoltà, ha il compito di esaminare e valutare l’elaborato, assegnando un punteggio espresso in centodecimi. Il punteggio minimo per il superamento della prova è di sessantasei centodecimi, ma il voto può salire fino a un massimo di centodieci. Nei casi in cui l’elaborato si distingua per particolare impegno, originalità, coerenza, qualità espressiva e valore scientifico, la Commissione può attribuire la lode, purché vi sia l’unanimità tra i commissari e il punteggio finale superi la soglia dei centocinque. Il relatore fornisce un parere fondamentale in sede di valutazione, indicando l’impegno profuso dallo studente, la qualità del lavoro e la rilevanza del tema trattato.
Nel caso specifico di una prova finale che preveda lo sviluppo di un progetto di tipo imprenditoriale, ovvero un piano di start-up, lo studente deve costruire un lavoro che sintetizzi in modo essenziale e chiaro tutti gli aspetti chiave dell’idea d’impresa. Anche in questo caso, la figura del relatore assume un ruolo centrale nel coordinare e orientare il lavoro, e può essere affiancato da altri docenti esperti in ambito economico o giuridico, a seconda della complessità del progetto trattato.
L’obiettivo principale della prova finale è dimostrare che lo studente è in grado di elaborare in modo autonomo un contenuto coerente con la propria formazione, che sia in grado di rappresentare, nella forma scritta, l’insieme delle competenze acquisite durante il percorso triennale. Deve emergere la capacità di analisi, di sintesi, di costruzione di un discorso critico, ma anche l’abilità di gestire contenuti progettuali, di ragionare in termini di sviluppo, di applicare i saperi teorici alla pratica della progettazione. Si tratta di una prova che richiede serietà, costanza, organizzazione e capacità comunicativa. È anche un’occasione preziosa per riflettere sul proprio percorso, per mettersi alla prova in modo autentico e per definire la propria identità professionale.
In definitiva, la prova finale nel corso di laurea in Design del Prodotto e della Moda non è solo un passaggio obbligato verso il conseguimento del titolo, ma un momento di sintesi e maturazione in cui lo studente è chiamato a dare una forma concreta alla propria esperienza formativa. È l’opportunità per trasformare ciò che si è appreso in un progetto, in un’analisi, in un testo strutturato che racconti non solo un argomento, ma anche una visione del design, una sensibilità estetica, una responsabilità progettuale. È l’occasione per mettere in evidenza le proprie potenzialità, per misurarsi con il rigore della scrittura accademica e per prendere coscienza delle proprie capacità. La prova finale è, a tutti gli effetti, il primo passo verso la vita professionale.
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