Di cosa si occupa un Sustainability Manager?
- Unipegaso Roma
- 7 ago
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Aggiornamento: 26 ago
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Un Sustainability Manager ha il compito di integrare la sostenibilità all’interno della strategia aziendale, garantendo che l’organizzazione riduca l’impatto ambientale e migliori la propria performance sociale ed economica. Ma quindi di cosa si occupa un Sustainability Manager?
In concreto, quindi, si occupa di:
Raccolta e analisi dei dati ambientali
Monitora consumi energetici, emissioni di CO₂, utilizzo delle risorse e produzione di rifiuti. Attraverso software dedicati e dashboard personalizzate, trasforma numeri grezzi in indicatori chiave di sostenibilità (KPIs), utili per report interni e per adempimenti verso organismi come la Global Reporting Initiative .
Definizione e implementazione di strategie sostenibili
Sviluppa piani d’azione per ridurre l’impatto ambientale (efficienza energetica, economia circolare, acquisti verdi) e progetta programmi di welfare aziendale orientati alla responsabilità sociale. Collabora con diversi reparti—dall’operations al marketing—per tradurre le politiche in pratiche operative quotidiane.
Monitoraggio della normativa e gestione degli stakeholder
Tiene costantemente aggiornata l’azienda sulle normative nazionali e internazionali (es. Direttive UE sulla rendicontazione non finanziaria) e dialoga con fornitori, clienti, istituzioni e ONG. Cura la comunicazione esterna, producendo report di sostenibilità destinati a investitori e comunità locali .
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Analisi dei dati e reportistica ambientale La capacità di raccogliere, validare e interpretare dati ambientali è fondamentale. Il Sustainability Manager utilizza strumenti di life cycle assessment (LCA) e software di monitoraggio per elaborare il carbon footprint aziendale. Il report di sostenibilità, oltre a evidenziare progressi e gap, è spesso certificato secondo standard riconosciuti come ISO 14001 o il Global Reporting Initiative (GRI), rafforzando la trasparenza e la reputazione del brand.
Nel dettaglio, l’analisi comprende:
Inventario delle emissioni: identificazione delle fonti di emissioni dirette e indirette (scope 1, 2 e 3).
Valutazione del ciclo di vita: studio degli impatti ambientali legati a prodotti/servizi lungo tutto il loro ciclo.
Benchmarking settoriale: confronto dei risultati con best practice di settore per definire obiettivi di miglioramento.
Definizione e implementazione di strategie sostenibili
Una volta raccolti i dati, il Sustainability Manager elabora strategie mirate. Ad esempio, può proporre:
Progetti di efficienza energetica (upgrade a LED, sistemi di gestione dell’energia)
Economia circolare (riciclo in-house, partnership con consorzi di recupero)
Green procurement (selezione di fornitori certificati e materiali a basso impatto)
Ogni progetto viene corredato da un business case che ne stima costi, benefici ambientali e ritorno economico. L’implementazione richiede il coinvolgimento di team tecnici e operative, oltre a un piano di comunicazione interna per motivare il personale.
Monitoraggio delle normative e stakeholder management
Il Sustainability Manager è il punto di riferimento per l’aggiornamento sulle leggi ambientali (es. Sustainability Reporting Directive, regolamento EU) e coordina le attività di audit interno. Mantiene relazioni con:
Enti di certificazione per audit ISO e GRI
Investitori interessati a ESG (Environmental, Social, Governance)
Comunità locali e ONG, per iniziative di responsabilità sociale
Una comunicazione trasparente e periodica rafforza la fiducia e previene rischi di reputazione.

Competenze e strumenti per un Sustainability Manager
Per svolgere con successo il proprio ruolo, un Sustainability Manager deve possedere sia competenze tecniche sia soft skills, supportate da tool e certificazioni adeguate:
Conoscenza normativa ambientale: D.Lgs. 152/2006, regolamenti UE, best practice internazionali.
Certificazioni riconosciute: ISO 14001 (EMAS), Sustainability Professional Certificate (Sustainability Management Association).
Strumenti digitali: Software LCA (SimaPro, GaBi), piattaforme di monitoraggio energia e analisi dei dati (Power BI, Tableau).
Soft skills e gestione del cambiamento
Le abilità trasversali, spesso sottovalutate, sono cruciali:
Comunicazione efficace: per far comprendere obiettivi e benefici di progetti sostenibili.
Leadership collaborativa: capacità di influenzare e guidare team multidisciplinari.
Problem solving e pensiero strategico: per affrontare imprevisti normativi o tecnologici.
Domande frequenti Qual è il percorso formativo ideale per diventare Sustainability Manager?
Solito: laurea in Ingegneria ambientale, Economia o Scienze ambientali, seguita da master specialistici in sostenibilità e certificazioni ISO.
Quanto guadagna mediamente un Sustainability Manager?
In Italia lo stipendio medio varia tra €35.000 e €50.000 annui, in base all’esperienza e al settore.
Quali settori assumono più spesso Sustainability Manager?
Settori industriali, energia, GDO, consulenza e aziende con elevato impatto ambientale.
È necessario conoscere l’inglese?
Sì, perché la maggior parte delle certificazioni e rapporti internazionali (GRI, CDP) sono in lingua inglese.
Quali sfide affronta quotidianamente un Sustainability Manager?
Bilanciare obiettivi ambientali con vincoli di budget, adeguarsi a normative in evoluzione e favorire il cambiamento culturale in azienda.
Esistono associazioni di categoria per i Sustainability Manager?
Sì, ad esempio la Sustainability Management Association (SMA) e la Global Reporting Initiative (GRI).
Conclusione e prospettive future
Il ruolo del Sustainability Manager è destinato a crescere, spinto da normative sempre più stringenti e da una domanda di trasparenza da parte di stakeholder e consumatori. Le aziende che investono in sostenibilità non solo riducono i rischi ambientali, ma migliorano la propria competitività sul mercato.




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